GABRIELLA MARTINELLI

Gabriella Martinelli è un’artista versatile, musicista polistrumentista e pittrice d’arte contemporanea. Negli anni ottiene riconoscimenti prestigiosi e pubblica quattro dischi, l’ultimo per Universal Music Italia. Scelta per rappresentare in Perù la nuova generazione che in Italia si è contraddistinta per talento e originalità. È inoltre tra i talenti del Come to my home, progetto nato in Africa: realtà che unisce artisti da tutto il mondo con l’intento di mescolare le arti, le culture, le nazionalità.
Partecipa in gara al 70° Festival della Canzone Italiana, nella categoria Nuove proposte con il brano Il Gigante d’acciaio. Segue la direzione artistica di numerosi progetti in Italia e nel mondo, che la vedono impegnata in collaborazioni con artisti di diversa estrazione.

Collabora inoltre con stilisti, dipingendo capi d’autore. Per Gabriella non esistono confini, anche la moda si unisce all’arte – “Vince la spinta creativa, quello che cambia è solo l’espressione” dice l’artista. Ospite al Dumbo di Bologna durante Booming Contemporary Art Show, ha dipinto la copertina del suo ultimo disco, L’amore è una scusa, con i fan. Risultato di un laboratorio d’arte all’insegna dell’impulso naturale che dentro di noi comunica ed emoziona. Gabriella ha esposto i suoi quadri in numerose occasioni riscuotendo grande successo e grande attenzione da parte dei partecipanti, le sue opere ad oggi sono molto richieste. Opere dai colori forti, squillanti e spesso complementari, favoriscono un gioco visivo di forme circolari immerse in uno spazio infinito.

La sua esperienza come musicista ha influenzato e arricchisce tuttora il suo approccio alla pittura, attraverso l’espressione emotiva, la struttura, il ritmo e la sinestesia. “Utilizzo principi come la ripetizione, la variazione e il contrasto, per creare una sensazione di ritmo visivo sulla tela. Le mie esperienze musicali spesso si traducono in immagini e colori nella mia mente, influenzando la rappresentazione visiva delle opere” – dice l’artista – “Quando ho iniziato a fare musica, sul palco mi scrivevo addosso con un rossetto. Il colore è sempre stato il mio secondo strumento. L’ho imparato da bambina: dipingevo le pareti di casa, era la mia via di fuga. Dipingevo strati su strati immaginando mondi sconosciuti, costruendo sogni in rilievo. Chiudevo gli occhi e lasciavo andare il mio corpo, mi sporcavo e mi sentivo leggera. Esorcizzavo le mie paure con il colore. Sperimento continuamente cercando un approccio alla pittura non convenzionale.”